Lettera dai volontari AVO di La Spezia

Carissime/carissimi,

oggi è domenica, la giornata è splendida, fa proprio venir voglia d’uscire, ma dobbiamo restare in casa, per le disposizioni governative e per portare avanti la battaglia collettiva contro il Coronavirus.

Io sto scrivendo, ma mi farebbe proprio piacere sapere cosa state facendo voi; immagino che ci sia stia già preparando qualche manicaretto speciale per il pranzo domenicale, chi vuol sentire la messa trasmessa in televisione, chi sta magari cercando una scala per poter arrivare a pulire il cassoncino delle tapparelle (chi pulisce, la moglie o il marito? viva la parità di genere), e sicuramente ci sarà anche chi sta utilizzando i mezzi telematici per non sentirsi isolato o combattere la noia.

Ci sarà anche qualcuno che vorrebbe forse rimanere in casa ma la casa non ce l’ha e chi (e sono tanti, non solo in questo periodo di pandemia da virus) che la casa ce l’ha ma l’ha dovuta lasciare per farsi ricoverare in una struttura sanitaria. Proviamo a pensare un attimo a come si sentiranno i nostri “amici” malati, costretti a stare in una residenza che forse sentono inospitale, “distante”. E a confortarli, a mostrar loro affetto e condivisione, ad ascoltare preoccupazioni, dubbi, speranze, noi volontari non ci siamo, nostro malgrado, almeno fino a quando cesserà questo angoscioso periodo.

Ieri pomeriggio ero sul balcone di casa ed ad un certo punto ho sentito una canzone – ”Azzurro” di Celentano – “sparata” a tutto volume da un altro balcone. Ho guardato l’orologio, erano da poco passate le sei ed allora mi sono ricordato che era l’ora dell’appuntamento fissato per sentirci tutti uniti nella lotta contro il virus e per non pensare che di COVID-19 si può purtroppo anche morire. Mi sono rincuorato sentendo poi battere le mani, applaudire, prima che risuonasse, sempre a volume spacca timpani, un’altra canzone (cantata, questa volta, da una donna, Mia Martini).

Stamani, invece, guardando dalla mia finestra, sono riuscito a vedere una sola persona, la mia dirimpettaia che stava stendendo i panni, un’operazione che ho considerato un buon messaggio, un messaggio rasserenante. La vita continua, va avanti, continueremo anche noi volontari AVO ad avere un atteggiamento positivo, in fiduciosa attesa di riprendere, appena gli avvenimenti ce lo permetteranno, di riprendere i nostri servizi, di ricompattarci. Un abbraccio, sia pure virtuale, a tutti voi.

Ciao ciao.

Olimpio

 

P.S.: Lo so che lo state già facendo ma l’invito ve lo faccio ugualmente e cioè facciamo qualche telefonata in più, tra di noi, usiamo (usate, io sono troppo “imbranato”) a tutto campo i mezzi telematici. Contattiamoci, aiutiamoci, conosciamoci meglio, evitiamo di “perderci”, in questo periodo. Manteniamo salda la nostra “grande famiglia”, per noi e per i malati.