“Io sono AVO”: LO SLOGAN PER LA NOSTRA GIORNATA

Con un articolo di Chiara Saraceno vogliamo riflettere sulla gratuità, requisito fondamentale per il Volontariato.

Chiara Saraceno è una delle sociologhe italiane di maggior fama. Importanti i suoi studi sulla famiglia, sulla questione femminile, sulla povertà e le politiche sociali. Ha ricoperto numerosi incarichi accademici, anche a livello internazionale, e istituzionali in Italia.

Gratuità è l’atto di donare che non chiede/non si aspetta nulla in cambio per sé. Non va tuttavia confusa con l’altruismo. Quest’ultimo, infatti, in qualche misura implica sempre una dimensione asimmetrica tra chi dà e chi riceve, dove chi riceve deve essere bisognoso o meritevole. Deve anche essere sufficientemente grato. Perché ci sia gratuità chi dona deve essere anche capace di ricevere doni, di stare nella parte del ricevente. Cosa che non sempre avviene. Ci è più facile stare nella parte dei donatori che in quella di riceventi, perché temiamo che, ricevendo, siamo obbligati allo scambio o alla gratitudine. Al dono gratuito preferiamo il più emotivamente sicuro altruismo, o entriamo in una sorta di “gratuità competitiva”, come quella descritta dal grande antropologo Mauss a proposito dei doni cerimoniali, che ha lo scopo non solo di mantenere le relazioni, ma anche di mantenere il potere in esse, non mettendosi mai dalla parte del debitore. Ma ciò facendo rischiamo di atrofizzare la potenza generativa del dono – generativa di relazioni, ma anche di capacità di azione e di essere, tra soggetti liberi. .Proprio questa asimmetria implicita nell’atteggiamento altruistico ha motivato molte riflessioni critiche all’interno del volontariato, al fine di orientarlo maggiormente in direzione di una concezione, appunto, di reciprocità e di consapevolezza di quanto si riceve, e non solo dà, dall’azione volontaria, instaurando rapporti simmetrici e basati sul reciproco riconoscimento.

La reciprocità implicita nell’azione gratuita, nel dono gratuito, tuttavia, non è limitata a quella “corta”, al riconoscimento del fatto che chi dona per ciò stesso riceve qualche cosa in cambio, anche se non nel senso di uno scambio di equivalenti. Il dono gratuito è un rapporto insieme simmetrico e collocato in un orizzonte temporale lungo, ove la reciprocità attesa è quella della continuità e della generatività del donare, che va oltre i soggetti coinvolti direttamente e il loro tempo. L’azione gratuita si attende di avere tra i propri risultati la produzione e riproduzione della capacità, e desiderio, di donare come dimensione dell’umanità e della libertà, propria e altrui.