Intervista ad Angela Cundari
Presidente Regionale AVO Calabria

1) La prima conoscenza non può che passare dalla narrazione del tuo percorso in AVO: quali le tappe principali?

Mi chiamo Angela Maria Cundari e da 32 anni faccio parte della grande famiglia AVO: perché di famiglia si tratta veramente, una famiglia numerosa che condivide non solo ideali e amore verso il prossimo, ma anche un vissuto, fatto inevitabilmente di gioie e di dolori.

Il mio percorso nell’AVO cominciò nel 1987, quando accolsi l’invito di una cara amica a frequentare il primo corso di formazione organizzato a Cosenza, reduce da una meravigliosa esperienza religiosa e in cerca di una strada per aiutare il prossimo in difficoltà. La mia vita cambiò e riuscii a coinvolgere tutta la mia famiglia che mi sostenne in questo percorso, a volte difficile. Non solo: uno dei miei figli, dopo qualche anno, entrò anche lui a far parte dell’AVO e continua il suo servizio con amore e tanta disponibilità.

Dopo il corso di formazione, iniziai la mia grande avventura in AVO presso il Presidio Ospedaliero dell’Annunziata di Cosenza. L’inserimento nelle corsie fu un po’ difficile, in quanto personale medico e paramedico non comprendeva il nostro ruolo, ma pian piano, con molta umiltà e rispetto dei ruoli, riuscimmo a stabilire un ottimo rapporto di collaborazione, tanto che la nostra presenza divenne indispensabile e il nostro servizio venne richiesto dai tantissimi Primari: oggi siamo presenti in 15 reparti.

Mi resi disponibile, con umiltà e senso di responsabilità per ogni ruolo propostomi: collaborai nel Consiglio Direttivo, fui nominata Responsabile di reparto per tanti anni; vice presidente AVO di Cosenza; poi Presidente AVO, vice presidente Regionale per due mandati e attualmente rivesto il ruolo di Presidente Regionale Calabria.

Quali ritieni siano gli scopi e le modalità operative più utili per l’AVO?

Il mio obiettivo principale è sempre stato quello di creare una grande famiglia e devo dire con orgoglio di esserci riuscita. Abbiamo sempre lavorato insieme, realizzando tanti eventi, all’interno e fuori dall’ospedale, per favorire la visibilità della nostra Associazione: oggi l’AVO a Cosenza è ritenuta la prima e più importante Associazione di volontariato ospedaliero.

Il rapporto con le altre Associazioni presenti nel nostro territorio è stato sempre ottimo e collaborativo. Partecipiamo ai loro eventi e loro sono presenti in ogni nostra manifestazione. E non solo: l’ALT (Associazione lotta ai tumori), che svolge il suo servizio in Ospedale, ha voluto affettuosamente nominarmi Socia Onoraria.

I nostro impegno primario rimane rivolto agli ammalati ed ai loro familiari, per sostenerli, infondere loro speranza e quindi trasformare il dolore in amore, attraverso semplici gesti di solidarietà. Il malato, nel suo letto, diventa maestro di vita, dal quale noi stessi riceviamo forza per continuare questo nostro nobile servizio.

Ovviamente non sempre tutto è facile: ancora ci sono persone che non hanno capito il nostro vero ruolo e alcune AVO lottano per avere una sede dignitosa. Anche i continui cambiamenti dei dirigenti sanitari creano ulteriori problemi.

In tutti questi anni ho avuto modo di rilevare che un grande potere ha lo spirito di appartenenza e la disponibilità che si respira tra i volontari: questa è una grande ricchezza. Devo però ammettere anche che sta diventando sempre più difficile coinvolgere nuove persone: è come se fosse passato di moda! Certo la crisi della Sanità in generale non ci aiuta.

I giovani costituiscono giustamente un grande interesse e una insostituibile risorsa per le AVO: quale il tuo atteggiamento verso di loro?

Riguardo ai giovani, da presidente locale ho avuto una meravigliosa esperienza e ho cercato di valorizzarne l’impegno inserendoli nel Consiglio esecutivo, nominandoli Responsabili di reparto e coinvolgendoli nei vari eventi. Siamo riusciti ad avere 40 giovani che con la loro gioia di vivere, il loro entusiasmo e il loro impegno quotidiano hanno dato sostegno ai malati. Insieme a loro abbiamo realizzato tanti eventi e manifestazioni all’interno e all’esterno dell’ospedale. Siamo andati anche nelle scuole a diffondere il nostro messaggio di solidarietà coinvolgendo alunni e professori.

Personalmente, ritengo la partecipazione dei giovani alla nostra Associazione di grandissima importanza perché essi riescono a trasmettere gioia a chi soffre con la loro presenza, a infondere speranza per un futuro migliore col loro entusiasmo.

Quali le esperienze che ritieni rilevanti come Presidente Regionale?

Certo devo confrontarmi con un territorio assai vasto e diversificato, ove operano 13 AVO molto distanti fra loro, ma questo non mi ha impedito di visitarle tutte e conoscerne i volontari. Cerco di tenerle sempre informate delle direttive della Federavo anche tramite i Social. Sono vicina soprattutto a chi ha bisogno della mia presenza. Ho partecipato ai vari corsi di formazione e agli eventi da esse organizzati, riuscendo così a creare un gruppo abbastanza coeso.

Nei mesi scorsi ho coinvolto tutte le AVO nella stesura di un calendario con fotografie di piccole danzatrici, scattate da un professionista, dalle quali traspariva la tenerezza e la condivisione verso i bimbi ricoverati in ospedale. Inoltre, nelle pagine che rappresentavano i mesi dell’anno, sono stati citati gli scritti del nostro fondatore Erminio Longhini e gli indirizzi delle varie AVO. Alla presentazione del calendario nella meravigliosa cornice del teatro Alfonso Rendano era presente un folto pubblico e numerosi Presidenti e volontari delle AVO calabresi. Testimonial dell’evento è stato il noto nuotatore Amaurys Perez.

Altra manifestazione promozionale è stata l’allestimento di una biblioteca nel reparto di Cardiologia dell’ospedale, in collaborazione con il Club Soroptimist di Cosenza.

Grande visibilità è stata anche ottenuta con la presentazione, presso la sede cosentina delle Edizioni Paoline, del libro del nostro fondatore Erminio Longhini “Il patto che mi cambiò la vita”, con grande successo tra un pubblico qualificato.

Tante sono le iniziative realizzate in questi brevi anni e altre sono in cantiere, mirate alla crescita dell’AVO e alla diffusione della solidarietà, per cui ritengo importante la funzione del Presidente Regionale per promuovere e coordinare tutte le attività delle AVO operanti nei loro territori.

A cura di Annamaria Ragazzi